Alternative alla carne

Le alternative alla carne

Perché non mangio più carne

Era il Natale del 2019 quando – inconsapevolmente – ho mangiato un fagottino di pasta sfoglia con dentro un wurstel. Fino ad allora erano mesi che non mangiavo più carne per scelta. Ricordo che fu proprio in occasione del Natale che ne parlai per la prima volta con la mia famiglia: gli dissi che non volevo più mangiare carne e che, gradualmente, avrei rimosso anche il pesce. Ammetto che c’era tanto stupore.

“Come mai? Stai bene? Ma le proteine poi? Sei sicura? È una cosa temporanea? E da adesso cosa mangerai?”.

Ho provato a spiegare il perché di quella mia scelta, e inizialmente non è stato facile. Sentivo di non essere compresa fino in fondo, ma al tempo stesso volevo che mi capissero. Per questo iniziai ad approfondire meglio le motivazioni che mi avevano portata a quella scelta. All’inizio mi limitavo a dire: “È una scelta ambientale”. Qualcuno capiva, qualcuno no. Eppure più andavo a fondo più ero convinta che quella fosse la scelta giusta per me e per il Pianeta. Ma soprattutto, piano piano, mi sono accorta che mi interessava molto poco il parere altrui in merito: era una mia scelta, che non imponevo e non impongo tuttora a nessuno, mi fa piacere parlarne e discuterne, ma senza dovermi giustificare.

Ho smesso di mangiare carne dopo aver letto diversi articoli sull’impatto degli allevamenti intensivi sul Pianeta e dopo aver visto Cowspiracy. Le risorse usate nella produzione di carne sono elevate: come riporta il WWF in questo articolo, per la produzione di un chilo di carne bovina svizzera – nel 2017 e secondo la FAO – vengono emessi da 12 a 13 chili di CO2 equivalenti. Nel caso delle lenticchie, invece, solo 0.7 chili di CO2.

allevamento intensivo

Non è solo una questione di sfruttamento eccessivo delle risorse per la produzione e relativo impatto ambientale, quando coltiviamo la carne entrano in gioco anche altri “sfruttamenti”: parliamo infatti anche di sfruttamento del suolo per avere più terreni dove allevare gli animali e di sfruttamento degli animali stessi (per citarne solo alcuni). Vi lascio un articolo di Orizzonti Politici in cui potete trovare anche qualche numero concreto.

Non parliamo solo di numeri

Questo non vuole essere un articolo incentrato sui numeri: proprio in questi giorni ho seguito sui social un dibattito tra Dario Bressanini e Cristina “Cotoncri” su Instagram in merito all’impatto della carne (nella dieta americana) sulle emissioni. Bressanini (noto scienziato e divulgatore) era curioso di sapere se la sua community conoscesse l’impatto delle emissioni della carne – perché ritiene che a volte questo sia sovrastimato, anche a causa dell’errato messaggio di certi ambientalisti. Il messaggio che è passato dai suoi contenuti è che va bene limitare il consumo di carne – soprattutto quella rossa – per motivi di salute, ma se guardiamo all’ambiente ci sono settori più impattanti al mondo rispetto all’industria della carne (trasporti, fossili…) sui quali dovremmo concentrarci. Cristina, influencer, content creator e ambientalista, giustamente ha fatto notare che è un po’ limitante parlare solo delle emissioni, visto che andrebbero considerate anche le altre conseguenze della produzione di carne, ovvero: deforestazione, sfruttamento di risorse e animali, perdita di biodiversità… Vi consiglio di vedere questo contenuto di Cristina in cui riassume meglio la vicenda e dà anche la sua opinione.

Vi ho riportato questo esempio perché calza a pennello con quello che stavo dicendo sui numeri: sono importanti, e per quanto complesso sia reperirli, è bene sapere se impatta di più la produzione della carne di manzo o quella delle lenticchie, ma non basta. Personalmente non riesco a focalizzarmi sul numero specifico, cerco sempre di guardare l’insieme, il quadro generale: e quello che vedo io, basandomi sull’infinità di numeri che circolano in rete, è che la produzione di carne ha un forte impatto sul nostro pianeta e sul cambiamento climatico.

Salute e ambiente

Prima di passare a una dieta vegetariana, avevo letto diversi articoli in cui si spiegava la correlazione tra un elevato consumo di carne rossa e lo sviluppo di tumori, motivo per cui avevo approfondito anche la stretta relazione che c’è tra il consumo di carne e la nostra salute. Su quest’ultimo punto non aggiungo altro perché non ne ho le competenze. Oltre all’aspetto salutistico, quello ambientale è stato il vero punto di svolta per me, e proprio per questo non ho fatto grandi distinzioni tra carne rossa e carne bianca: le ho tolte entrambe. Fortunatamente le alternative alla carne oggi non mancano, questo mi ha aiutata molto nel toglierla.

Non l’ho mai vissuta come una rinuncia, una privazione: l’ho sempre vista come un’opportunità di fare del bene a me, a chi mi sta intorno e al pianeta. Come ti ho raccontato in questo articolo, sono in una posizione privilegiata rispetto ad altri e ne sono consapevole. Ma proprio perché ho la fortuna di potermi informare e di poter scegliere, non posso e non voglio far finta di niente.

Le mie alternative alla carne

Quando sono passata a una dieta vegetariana mi sono subito informata sulle alternative alla carne: sì, a quelle già pronte che basta buttarle in padella 5 minuti e hai la cena pronta. Ammetto di non essere una loro grande fan ma in più di un’occasione mi hanno salvato la cena. Voglio condividere con voi le alternative che ho provato io negli anni (non tutte, quelle che mi ricordo) e i ragionamenti che ho fatto per sceglierle.

Planted – 5/5

Tra le alternative alla carne che ho provato, credo che Planted sia il mio brand preferito per il momento. Ho provato ben tre prodotti: planted.kebab original, planted.chicken lemon&herb e planted.pulled chimichurri e devo dire che sono uno più buono dell’altro.

Sono molto saporiti, come piacciono a me, e sono anche molto versatili: panini, insalate, ma anche da soli… e si abbinano facilmente con qualsiasi verdura. Anche la consistenza – che spesso e volentieri con i prodotti vegetali lascia un po’ a desiderare – è tra le migliori che ho trovato.
Prezzo medio: 9,99€ (400 gr)

Findus Green Cuisine – 0/5

Ho provato numerosi prodotti vegetali della Findus e per me è sempre stato un no. Come consistenza – di base – ci siamo, ma come gusto non sono riuscita a trovare un prodotto che mi piacesse davvero. Ammetto che faticavo addirittura a finirli.

Prezzo burger: 3,89€ (200 gr)

Unconventional burger – 2/5

Ricordo di averlo provato diversi anni fa, motivo per cui proverò a dargli una seconda opportunità se capiterà l’occasione. Ricordo bene che non mi aveva fatto impazzire, sia per la consistenza che per il gusto. L’avevo mangiato da solo, con un po’ di verdura di accompagnamento: forse consiglio di abbinarlo a un panino e a delle salse per armonizzare il gusto.

Prezzo burger: 3€ (220 gr)

Garden Gourmet – 2/5

Ho provato moltissimi prodotti di questo brand (perché lo trovo in quasi tutti i supermercati che ho vicino a casa) ma il gusto non mi ha davvero convinta. Qualche prodotto (come le loro falafel e gli straccetti di soia) se abbinato alle giuste salse – una volta ogni tanto – si può mangiare, ma di base sia per consistenza che per sapore per me è un no.

Prezzo medio: 4€ (170/200 gr)

Valsoia – 3/5

Premessa: l’irresistibile super burger di Valsoia e le salsicce per me sono bocciate. Il gusto non mi piace affatto. Devo ammettere però, che la linea di cotolette vegetali e prodotti simili (ad esempio i nuggets) sono discreti. Non sono una vera amante delle cotolette vegetali impanate ma ogni tanto le mangio volentieri e quelle di Valsoia sono tra le più buone, anche mangiate da sole.

Prezzo medio: 4€ (200 gr)

Kioene – 3/5

Ero un po’ indecisa sul voto, ma non è alla pari di quelli a cui ho dato 2/5. Ho provato diversi prodotti della Kioene, soprattutto i burger: non mi fanno impazzire per la consistenza ma il gusto non è male. Unica pecca, li trovo un pochino stopposi e spesso faccio fatica a mangiarne uno intero da solo. Se messo in un panino con della verdura invece, lo mangio più volentieri.

Prezzo medio: 4€ (200 gr)

Germinal – 2/5

Avevo grandi aspettative su questo brand quando volevo comprare delle alternative alla carne già pronte perché ne ho sempre sentito parlare molto bene. Devo ammettere però che tutti i loro burger che ho provato non mi hanno convinta: gusto e consistenza poco piacevoli.

Prezzo medio: 4€ (180 gr)

Esselunga Equilibrio – 2/5

La linea equilibrio di Esselunga ha diversi prodotti interessanti ma per quanto riguarda i burger devo dire che non mi hanno convinta. Gusto abbastanza impercettibile, non si distinguono gli ingredienti e la consistenza è da rivedere: come per tanti burger vegetali – nella mia esperienza – una volta cotti vanno mangiati in tempo zero altrimenti diventano durissimi.

Prezzo medio: 3,50€ (150 gr)

Coop Viviverde – 4/5

Tra tutte le linee vegetali dei supermercati, questo è il mio preferito. Ho provato tantissimi prodotti della linea ViviVerde e sono sempre rimasta soddisfatta, sia per il gusto che per la consistenza. In più, cosa non scontata, hanno tanta scelta, e questo mi permette di variare spesso. I loro prodotti se fatti al forno – rispetto ad altri – rimangono comunque belli croccanti (ad esempio di nuggets).

Prezzo medio: 3€ (190 gr)

Orogel – 3/5

Ho comprato molte alternative alla carne della Orogel ed ero molto combattuta sul voto finale. Di base, li considero prodotti validi: il gusto mi piace e la consistenza di quasi tutti i prodotti è ottima. I Mini Burger nella foto sono stati il mio prodotto preferito per anni – non so se poi mi hanno semplicemente stufata o se hanno cambiato qualcosa nella ricetta, so che erano diventati più stopposi per me.

Prezzo medio: 2,50€ (240 gr)

Zerbinati – 2/5

Avevo altissime aspettative su questo brand visto che me l’avevo consigliato diverse persone, eppure a me non ha convinto. Ho provato solo due tipologie di burger ma come gusto non mi ha soddisfatta per niente. La consistenza non è male, ma ho fatto fatica a finirlo.

Prezzo medio: 2,80€ (220 gr)

Sojasun – 2/5

Anche su questo avevo altissime aspettative ma alla fine mi ha un po’ delusa. Ho provato solo un paio di prodotti, tra cui questi burger vegetali: il gusto non mi ha fatta impazzire e come consistenza si può fare di meglio. Unica nota positiva: se accompagnati con le giuste salse si apprezzano di più.

Prezzo medio: 3€ (200 gr)

La Valle degli Orti – 4/5

Ho scoperto da poco questo brand grazie a mia mamma ma ho già provato diversi prodotti. Sono decisamente tra i miei preferiti, sia per il gusto (soprattutto questi bastoncini di spinaci) che per la consistenza. Inoltre, il packaging è completamente in carta, senza plastica all’interno.

Prezzo medio: 1,90€ (300 gr)

Come scelgo i prodotti vegetali?

Premessa: quando posso preferisco di gran lunga cucinare. Ci sono ricette facili e anche abbastanza veloci per poter fare i burger. Tuttavia a volte, per questioni di tempo/scarsa organizzazione/praticità preferisco mangiare un’alternativa alla carne già pronta, cercando di limitare il più possibile il suo consumo (massimo una volta a settimana). Come li scelgo però?

  • Il gusto: inutile che ci giro intorno, questo è un punto importante per me. Mi deve piacere quello che sto mangiando (e lo stesso vale per la consistenza).
  • Gli ingredienti: prima di comprare un prodotto sto provando a tenere la buona abitudine di leggere le etichette per vedere realmente cosa sto comprando. Ci sono prodotti che hanno una lista infinita di ingredienti: ecco, questi cerco di evitarli il più possibile.
  • L’azienda che li produce: per me è importante sapere chi produce i prodotti che poi mangerò. Sapere che i burger vegetali che sto comprando provengono da una multinazionale che non ha affatto a cuore l’interesse del nostro pianeta (e magari nemmeno delle persone che ha come dipendenti). C’è chi vuole comunque comprare Garden Gourmet (brand della Nestlé) per dare il messaggio che le linee vegetali sono richieste sul mercato: rispetto questa scelta perché ha un suo senso, ma quando posso preferisco evitare di finanziare ulteriormente una multinazionale favorendo aziende più piccole che sono molto meno impattanti (come dimostra il report sulla sostenibilità di Planted).

Cosa mi frena dal comprarle?

Le alternative alla carne sono ANCHE prodotti già pronti, preconfezionati. Se si ha tempo – e voglia, lo ammetto – ci si può arrangiare con quello che si ha in casa: verdure, legumi e poco altro (ad esempio delle uova o del pan grattato, ma anche delle spezie). Ma a volte per pessima organizzazione mia, poco tempo e poca voglia ricorro volentieri alle alternative di cui vi ho parlato poco fa. Ciò che mi frena dal comprare prodotti preconfezionati non sono solo gli aspetti nutrizionali (spesso hanno una lista ingredienti infinita e quantità di grassi e sale smisurate), ma anche il fatto che molto spesso provengono da multinazionali (la cui produzione quindi non è sostenibile).

Molte aziende hanno colto nella carne vegetale (e nelle alternative alla carne in generale) una grande opportunità per vendere di più e infatti spesso e volentieri sono dettate da motivazioni economiche, non ambientali. La cosa mi ha sempre lasciata un po’ perplessa, perché non volevo finanziare proprio quelle grandi aziende che stanno contribuendo più di chiunque altro alla crisi climatica. Sono giunta alla conclusione, almeno per ora – mi riservo la volontà di cambiare idea – che comprare i loro prodotti una volta ogni tanto è ammissibile. Se diventa ordinaria quotidianità allora non fa al caso mio.

Parliamone

E tu? Hai mai provato delle alternative alla carne? Come ti sei trovato? Ti aspetto su marta@gentilmenta.com

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